giovedì 9 giugno 2016

CURCUMA

Per curcuma si può intendere sia un Genere di vegetali, sia una droga da loro stessi ricavata.
La spezia curcuma (in inglese: turmeric) è una polvere gialla ottenuta dalla macinazione di alcune piante appartenenti alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello Zenzero) e al Genere Curcuma; più precisamente, della curcuma si utilizza il così detto “rizoma tuberizzato” (ovvero la parte sotterranea del fusto contenente le molecole nutrizionali di riserva), che per essere conservato necessita una breve lavorazione.
La Specie di maggior interesse farmaceutico e fitoterapico (quindi economico) è la Curcuma longa (o Curcuma domestica), ma non sono da trascurare anche la Curcuma xanthorrhiza e la Curcuma zeodaria.
La Curcuma longa ha foglie lunghe, ovali e lungamente picciolate, mentre i fiori sono raccolti in spighe bislunghe.
Distribuite in tutta l'Asia Meridionale (la Specie domestica è prevalentemente originaria dell'India sudoccidentale), le Curcuma sono piante di tipo erbaceo, perenne e rizomatoso, oggi coltivate nella maggior parte delle regioni tropicali.
Per prosperare, le curcuma necessitano di una temperatura ambientale compresa tra i 20 ed i 30°C, oltre che di una notevole quantità di precipitazioni annuali. Le piante vengono raccolte annualmente e, normalmente, una parte dei rizomi si conserva per la coltivazione della stagione successiva.

Curcuma in Cucina

Quando non è utilizzato fresco, il rizoma della curcuma viene bollito per circa 30-45 minuti, asciugato in forni caldi e ridotto in una polvere color giallo arancio.
Gli utilizzi principali di questa spezia sono: la cucina indiana, la cucina pakistana, i curry, le tinture generiche e come colorante alimentare.
Il principio attivo della curcuma è la curcumina, che ha un sapore piccante, leggermente amarognolo, distintamente terroso e un odore simile alla senape.
Ormai da millenni, nei Paesi di origine, la curcuma viene utilizzata nella maggior parte delle ricette; solo recentemente, ha riscontrato una notevole diffusione anche nelle nazioni occidentali, considerandone l'utilizzo nella formulazione del curry e di alcune salse.
Per la sua capacità colorante (di giallo), la curcuma è conosciuta anche come “zafferano d'India”; infatti, il principio attivo di queste piante, ovvero la curcumina, viene spesso utilizzato come colorante alimentare naturale (E100), anche se il costo elevato ne limita fortemente l'impiego.
La curcuma viene spesso impiegata nelle ricette vegane, sia per le notevoli proprietà salutistiche, sia per rimpiazzare la colorazione gialla del tuorlo d'uvo (per loro proibito).
L'aroma della curcuma, caldo e pungente, trova una certa somiglianza con quello dello zenzero (con il quale condivide la famiglia botanica).
Il rizoma non viene consumato come tale, ma lavato, sbollentato, essiccato e macinato in una polvere fine. 


Medicina Popolare e Usi Tradizionali

In India, la curcuma è da sempre utilizzata come rimedio per i disturbi dello stomaco e del fegato, così come cura ad uso topico per guarire le ferite in merito alla sua presunta capacità antimicrobica.
Nel sistema “Siddha” (1900 aC), la curcuma rappresenta una medicina per varie malattie e condizioni cliniche, che interessano la pelle, i polmoni, l'apparato gastrointestinale, le ferite, le distorsioni ed i disturbi epatici.
Il succo fresco di curcuma è comunemente utilizzato per varie malattie della pelle, tra cui l'eczema, la varicella, l'herpes zoster, le reazioni allergiche e la scabbia.

Curcuma: Proprietà Salutistiche

Nella curcuma si trovano buone quantità di un olio essenziale, che può essere anche estratto ed utilizzato in profumeria.
La quota di olio presente nel rizoma essiccato (unitamente ai polifenoli curcuminoidi, capitanati dalla curcumina) conferisce alla droga diverse proprietà farmacologiche. Le più conosciute e dimostrate sono quelle coleretiche-colagoghe, che favoriscono la produzione della bile e il suo deflusso nell'intestino; la curcuma può quindi migliorare la salute del fegato, contribuire ad eliminare gli eccessi di colesterolo e facilitare la digestione dei pasti abbondanti e ricchi di grassi.
La curcuma è anche molto utile nel trattamento della dispepsia (cattiva digestione), del meteorismo e della flatulenza (possiede proprietà carminative ed antispastiche); inoltre, ha dimostrato discrete proprietà antinfiammatorie, antivirali, antibatteriche, antifungine ed antiossidanti.
Sia in vitro, sia in studi sugli animali, la curcumina si è rivelata potenzialmente utile nel trattamento di numerose malattie e dei sintomi annessi, tra cui il morbo di Alzheimer, l'AIDS, l'artrite, il diabete e diversi tipi di cancro, in particolare quello al colon-retto e al pancreas; d'altro canto, nell'uomo, le dosi necessarie ad ottenere qualsiasi tipo di effetto benefico sono molto difficili da stabilire.

Inoltre, la ridotta biodisponibilità della sostanza fa presumere che molti degli effetti dimostrati in vitro siano assenti nell'uomo.
Nonostante ciò, la curcumina è tuttora oggetto di numerosi studi, sia per confermarne le proprietà curative, sia per migliorarne l'assorbimento sistemico. A tal proposito, è stata proposta l'associazione della curcuma alla piperina, che può aumentarne la biodisponibilità fino al 2000%, o l'incorporazione in liposomi e complessi di lecitina di soia. Si è anche osservato che l'assorbimento della curcumina migliora in presenza delle altre componenti della curcuma, mentre peggiora nell'assunzione in forma isolata.
Secondo il National Center for Complementary and Integrative Health, "ci sono poche prove attendibili a sostenere che l'uso della curcuma possa giovare a qualsiasi condizione di salute, in quanto (per il momento) sono stati condotti pochi studi clinici" (dichiarazione dell'anno 2012).

Modalità d'Uso ed Effetti Collaterali

La quantità di curcuma consigliata per l'assunzione continua e sistematica è mediamente di 1,5-3g di rizoma essiccato e polverizzato al giorno; a causa della scarsa idrosolubilità tipica dell'olio essenziale e dei curcuminoidi, se ne sconsiglia l'assunzione sotto forma di tisana. Ulteriori informazioni sulle dosi terapeutiche e sulle modalità d'uso sono disponibili nell'articolo curarsi con la curcuma.
L'utilizzo di curcuma è controindicato in presenza di calcoli biliari; in tal caso, meglio non abbondare anche di curry o altre salse contenenti buone quantità di questa spezia.
In letteratura non sono riportati altri effetti collaterali significativi.

Possibili Contaminazioni

La curcuma, come le altre spezie, viene venduta a peso ed è un potenziale bersaglio delle comuni frodi di natura commerciale (adulterazione, sofisticazione ecc.). Non è raro che nella curcuma vengano aggiunte polveri dal colore simile, più economiche, ma potenzialmente tossiche; la più comune è l'ossido di piombo (II, IV), che dona alla curcuma un colore più rosso-arancio invece del suo naturale giallo oro.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/curcuma.html


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/curcuma.html

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